Non so se capiti anche a voi, ma con l'arrivo dell'autunno sento quasi un bisogno fisico di perdermi in storie agrodolci, che un po' coccolano e un po' graffiano. A pensarci bene, poi, quelle che fanno sorridere e commuovere assieme, sono le storie che preferisco in assoluto, quindi non c'è da stupirsi che io abbia deciso di perdermi in "È così che si fa", romanzo d'esordio dell'autrice Giulia Rossi, edito da Nord. Ovviamente appena ho concluso la lettura sono corsa a parlarvene qui sul blog!
Titolo: "È così che si fa" (autoconclusivo)
Autrice: Giulia Rossi
Editore: Nord
Pagine: 342
Prezzo: 16,90 €
Il mio giudizio
Se chiedessimo al professor Federico Gastaldi quando tutto è cominciato, lui risponderebbe d’istinto: «Quel pomeriggio d’ottobre. Proprio nel momento in cui mia moglie aveva più bisogno di me, io avevo altro per la testa e non ho nemmeno sentito il telefono. Da allora mi è andato tutto storto, e ho commesso fin troppi sbagli…»
Questo romanzo, invece, inizia qualche mese dopo, una mattina di maggio, quando a scuola – un liceo classico di una cittadina di provincia – viene trovato un biglietto anonimo che subito viene fotografato e condiviso sulle chat di WhatsApp. È una confessione, uno sfogo, forse una lettera d’addio. Per gli insegnanti, l’autore è di sicuro uno studente, ma chi? L’ultimo a sapere dell’accaduto è come al solito Federico, che tornato a casa si accorge di avere il telefono pieno di notifiche. Legge i messaggi allarmati dei colleghi, infila la mano nella tasca dei pantaloni e impreca… Ha perso quello stupido biglietto, scritto di getto all’alba, e proprio nei corridoi della scuola! Nel giro di un paio di giorni, il biglietto diventa virale su Facebook e la storia monta a tal punto da interessare persino giornali e televisione. Ma un risvolto positivo in questa faccenda c’è. Mentre è freneticamente impegnato a non farsi scoprire e a proteggere la sua vita privata dalla curiosità dei social, Federico ha l’occasione di affrontare tutto ciò che è accaduto da quel famoso pomeriggio di ottobre a quella mattina di maggio. E così anche noi lettori, rivelazione dopo rivelazione, impareremo a conoscere davvero Federico, un brav’uomo che si è scoperto fin troppo fragile, al punto da commettere un ultimo, imperdonabile errore. Vittoria, una moglie allo stesso tempo presente e assente. E Matilde, una studentessa diversa dalle altre: testarda, intelligente e… innamorata. E assieme a loro ci renderemo conto che non c’è più posto per alibi, bugie e scorciatoie. Perché tutti noi sbagliamo nella vita, l’importante è avere la forza e il coraggio di riscattarci.
Quando mi è stato proposto di leggere il primo romanzo di Giulia Rossi, avevo pochissimi indizi su ciò che mi aspettasse, ma il bello della lettura è anche lasciarsi stupire.
Sapevo che al centro della storia c'era Federico, un giovane insegnante che in preda a un difficilissimo momento personale, ha messo nero su bianco i suoi sconforti riassumendo la propria amarezza in quella che appare come la lettera anonima di un aspirante suicida. Sapevo che questa lettera, per uno scherzo del destino, sarebbe stata smarrita a scuola e che al suo ritrovamento tutti avrebbero iniziato una caccia allo studente problematico da salvare. Sapevo che Federico avrebbe dovuto destreggiarsi tra l'esigenza di confessare la verità e il bisogno di nasconderla, perché in quella lettera c'era molto di più che il ritratto di un momento complicato: in quella lettera c'erano le sue colpe, quelle da cui avrebbe voluto fuggire ma che sembravano determinate a tormentarlo.
E ciò che sapevo mi è bastato a convincermi che questo romanzo meritasse una possibilità. Ma non avevo idea di quante sorprese e quanti incroci di vite il romanzo di Giulia Rossi potesse racchiudere tra le sue pagine.
"È così che si fa" è un libro intenso, carico d'amore e rimpianto, da leggere se si cerca una storia che sappia insegnarci che alcune ferite sono fatte per restare, ma che da un dolore, anche il peggiore, ci si può rialzare. Una storia che è un mosaico di sorrisi gentili e lacrime amare, sogni infranti e passioni proibite, che danno vita a un quadro dalle tinte malinconiche, ma pur sempre abbagliante.
Raramente, parlando di un libro, si inizia commentando i ringraziamenti, lo so. Eppure quelli di "È così che si fa" meritano attenzione, perché sono qualcosa di completamente diverso dal solito e ci danno un'idea della passione per lo scrivere che divampa nel cuore dell'autrice. Per chiudere il suo primo romanzo, infatti, Giulia non si è limitata a scrivere una semplice lista di nomi a cui è grata, ma ha deciso di raccontarci di lei, delle sue strenue lotte per realizzare il proprio sogno, dei sacrifici della propria famiglia e di come il romanzo sia nato. In quelle poche pagine mi è sembrato di poter sbirciare oltre la carta e l'inchiostro e scorgere l'animo di Giulia che, a ben vedere, sembra aver qualcosa in comune con quello di Federico.
Come Giulia, infatti, il protagonista ha preferito rincorrere un sogno piuttosto che seguire la strada più semplice, voltando le spalle a un futuro certo, pur di diventare insegnante. Ma la vita ha presentato il suo conto e, quando l'ha fatto, del Federico idealista è rimasto ben poco. Solo un'ombra appena visibile, che scompare nella coltre di delusioni e perdita che minaccia di inghiottirlo.
Non vi dirò quali sono i mostri che gli tolgono il sonno, perché è giusto che li scopriate da voi, ma sappiate che quella di Federico è una storia in cui è facile trovare dei frammenti di sé, perché tutti prima o poi ci scontriamo con il peso dei nostri errori e degli errori di chi ci sta attorno. Tutto sta nel trovare la forza di rimettersi in sella e ricominciare a pedalare nonostante tutto.