lunedì 17 marzo 2014

Estratto speciale della serie "Wait for you" di J.Lynn: CAM E LA SUA PROPOSTA DI MATRIMONIO AD AVERY!

Bene songalettori, il titolo mi pare dica tutto, no? State già in fibrillazione? Immagino di sì. Prima di darvi in pasto l'estratto di cui vi ho appena accennato, voglio spiegarvi di che si tratta. 
Su Twitter si è appena tenuto il #TwitterFictionFestival, un festival molto speciale in cui autori e lettori hanno potuto cimentare se stessi in attività creative e ricreative, tutte, ovviamente, riguardanti la scrittura. 
In uno degli incontri del #TwitterFictionFestival ha partecipato la poliedrica J.Lynn (A.K.A Jennifer Armentrout) che ha regalato ai suoi lettori un bellissimo brano inedito della serie "Wait for you" che vede come protagonisti i deliziosi Cam e Avery. 
Il brano in questione si colloca più o meno tra la fine di "Resta con me" (ve ne ho parlato qui), infatti possiamo vedere che Jase e Theresa (il miglior amico e la sorella di Cam) sono assieme.
Quando la mia amica Gaia mi ha linkato questo post, non ho potuto fare a meno di pensare che anche voi lettori italiani meritate di leggere questo brano super dolce in cui Cam FA LA SUA PROPOSTA DI MATRIMONIO ad Avery, perciò eccolo qui. Tutto per voi. Poi non dite che non vi amo.


"La proposta"


Il delicato anello dal taglio principesco era caldo mentre riposava sul mio palmo. Non pesava nulla, ma la mia mano tremava. Non ero mai stato così nervoso prima. Gesù. Credo di aver fatto fare il tutto esaurito alla marca di deodoranti che usavo. Una cosa folle. 
L’intera faccenda era folle. Un anno fa non avrei mai detto che mi sarei trovato a pochi minuti dal mettermi in ginocchio come uno di quei ragazzi in quegli spot pubblicitari di gioiellerie da quattro soldi. Non avrei mai detto che sarei stato uno di loro, eppure ora c’era un nodo nella mia gola che era grande quanto una palla da calcio, e quella nervosa energia che era in parte eccitazione, in parte terrore, perché lei avrebbe potuto sempre dire no. E questo sarebbe stato terribile quanto tutti e sei gironi dell’inferno, dato che la mia famiglia era riunita al piano di sotto. 
Quanti gironi dell’inferno c’erano? Un attimo. Dannazione. Perché stavo pensando a una cosa del genere proprio ora?
Trascinando il mio sguardo nello specchio, vidi che sembravo uno che a momenti avrebbe dovuto buttarsi da una rupe. Lei avrebbe pensato che era troppo presto? Sapevo che mi amava. Nessun dubbio su questo. E non c’era alcuna donna in questo mondo che io amassi più di lei. 
Eppure, lo sentivo. Il mio cuore che saltava i battiti. La morsa nelle mie viscere. 
Facevo sul serio quando si trattava di lei. E’ sempre stato così. Questo non sarebbe mai cambiato. Lei era e sarebbe sempre stata il mio tutto. 
Era la cosa giusta da fare. Speravo solo che avrei avuto di più da offrirle. Una cena romantica. Magari uno di quei flash mob. In verità lei si sarebbe nascosta sotto un tavolo se avessi organizzato un flash mob. 
Iniziai a mettere l’anello di nuovo nella sua scatolina di velluto, ma pensandoci un attimo mi dissi “che diavolo”, misi via la scatola e infilai il piccoletto nella tasca dei jeans. Poi mi impegnai a rendermi presentabile. 
Mi lavai il viso. Spazzolai i denti. Passai le dita tra i capelli. Poi presi il filo interdentale e mi resi conto che stavo procrastinando come un idiota. 
Le avevo detto che sarei stato via per qualche minuto. E l’avevo fatto ben quindici minuti fa. Okay. Forse erano venti. Era come se fossi precipitato in un buco nero quassù. Dovevo andare di sotto prima che qualcuno organizzasse una missione per cercarmi. Era l’ultima cosa di cui avevo bisogno. I miei nervi erano già abbastanza tesi. 
Il mio cuore sembrava battere più forte dei miei stessi passi, mentre scendevo le scale verso il salotto. Fermo sulla cima delle scale chiusi gli occhi. Mi feci coraggio. In fondo era solo la domanda più importante che avessi mai fatto nella mia vita. Già, quel pensiero non mi aiutò affatto. 
Un cupcakes sarebbe stato davvero utile in quel momento. Forse anche un biscotto. Okay. Dovevo smetterla anche di pensare al cibo. 
Quella fu la scalinata più breve su cui avessi mai camminato. In un secondo ero nel foyer, impalato come un imbecille. Con le mani premute contro la tasca dei miei jeans. La mia bocca era secca. Forse stavo per avere un infarto. Già, ogni cosa era come doveva essere. 
Le risate fluttuavano fuori dal soggiorno. Qualcuno urlò qualcosa riguardo a delle palle. Mio padre, forse? Probabilmente. Così appropriato. Dato che dovevo trovare le mie. 
Non è che la mia famiglia e il mio migliore amico non sapessero che lo stavo pianificando. Ma non avevano alcuna idea che sarebbe successo stanotte. A Natale. Una cosa dichiaratamente esagerata. 
Questo è ciò che l’amore mi ha fatto. Mi ha trasformato in una mammoletta. Se avessi iniziato a piangere, probabilmente mi sarei dato un pugno nella gola. 
Era arrivato il momento di muovere quei piedi. Ora o mai più. Fallo o muori. Blah. Blah.
I miei piedi si mossero come se fossi stato impantanato nella sabbia bagnata fino alle ginocchia. Le lucine lampeggianti provenienti dal gigantesco albero di Natale mi illuminarono la strada.
I miei genitori avevano una piccola fissazione con il Natale. Sembrava quasi che il Natale avesse vomitato sulla mia casa. In effetti avrei potuto vomitare anche io. Questo sì che sarebbe stato romantico. Molto sexy. 
Mi fermai proprio sulla soglia del soggiorno, i miei occhi trovarono i suoi immediatamente, ed eccola di nuovo. La sensazione di pugno nello stomaco. La debolezza nelle maledette ginocchia. 
Non dissi una parola, ma lei si voltò da dove era seduta, proprio affianco a mia sorella, come se fossimo connessi e sapesse che ero li. I nostri sguardi si incatenarono. E in quel momento, quando le sue labbra si curvarono agli angoli, non sentii più nulla. 
Vedevo solo lei. E lei era la cosa più bella che avessi mai visto. 
Sarei stato il più fortunato figlio di puttana del pianeta se avessi trascorso il resto della mia vita con lei. Solo lei. 
“Stai tenendo su la porta, ragazzo?” disse mio padre. 
Repressi un lamento. Che bel modo di uccidere l’atmosfera. Ma io… Io non potei staccare i miei occhi da quelli di lei. 
Mamma mi fissò dalla sua postazione, con le braccia allacciate alla sedia di papà. “Stai bene tesoro?”
“Sì” risposti, la mia voce era rauca. “Mai stato meglio.” E quella era la dannata verità. 
Con gli occhi incollati a lei, superai le lunghe gambe del mio migliore amico. Lui disse qualcosa. Non avevo idea di cosa fosse. Probabilmente qualcosa che mi avrebbe fatto venire voglia di dargli un pungo più tardi, dato che sentii mia sorella ridacchiare. 
Ma la mia attenzione era tutta per lei, per i suoi bellissimi occhi. Il suo sorriso si aprì facendole arricciare il naso. Sapevo perfettamente quante lentiggini aveva sul dorso del naso. Otto. E mezzo. Ne aveva alcune in certi posti molto interessanti. Posti che non avevo assolutamente bisogno di immaginare in quel momento. 
Prendendo un profondo respiro, lo feci. Porca vacca, lo feci. Andai giù su un ginocchio di fronte a lei. Come un campione. 
Mentre guardavo in quei caldi occhi marroni, mia sorella squittì saltando dal divano come se ci fosse la corrente sotto di lei. 
Il momento in cui lei comprese cosa stavo facendo, ancora prima che io mettessi la mano in tasca, rimarrà impresso nella mia mente per il resto della mia vita. Scattò all’indietro mentre i suoi occhi si allargarono diventando lucidi e luminosi. Le sue labbra si mossero, pronunciando silenziosamente il mio nome. E quello, il semplice movimento delle sue labbra, mi colpì. 
Sembravo proprio uscito da uno di quei bigliettini d’auguri, ma non avevo alcun rimpianto. Il silenzio calò sulla stanza. Persino mio padre era calmo per una volta. Il nodo nella mia gola si fece più grande, perciò quando parlai la mia voce era rauca. “Avevo pianificato di farlo qualche mese fa.” Le dissi, sentendo il mio cuore che cercava di arrampicarsi fuori dal petto. 
“Le cose si sono messe in un certo modo e pensavo che avrei organizzato qualcosa di grosso, ma non potevo aspettare oltre. Non volevo.” Dovetti schiarirmi la voce. “Non mi sono preparato un grande discorso, ma tu sai che ti amo, vero? Che sono innamorato di te.” 
Con i polpastrelli premuti sulle labbra, lei annuì battendo rapidamente le palpebre. Sì, lo sapeva. 
“E sarò sempre innamorato di te.” La mia voce si ruppe. “Il giorno in cui mi sei venuta addosso nel corridoio è stato quello più fortunato della mia vita.” 
“Oh Dio,” sussurrò lei. 
“Perciò spero che tu voglia fare di oggi il secondo giorno più fortunato, dicendo sì.” 
“Porca puttana,” mormorò mio padre, e sentii mia madre zittirlo. 
“Papà,” piagnucolò mia sorella. “Gesù. Fai sul serio?” 
Ridendo misi la mano in tasca, trovando l’anello e tirandolo fuori. Portai la sua mano sinistra via dalla bocca, ne baciai il dorso e poi sollevai lo sguardo incontrando di nuovo il suo. La sua mano tremava quanto la mia e i suoi occhi erano pieni di lacrime. Per un attimo non riuscii a muovermi o a parlare. Ero come paralizzato. E poi ritrovai la mia voce. 
“Avery Morgansten, vorresti rendermi il ragazzo più fortunato di sempre diventando mia moglie?” Non ci fu esitazione. Nemmeno per un secondo. 
“Sì,” disse, annuendo e prima che potessi mettere l’anello sul suo dito, lei venne avanti e avvolse le mani attorno al mio collo. Io mi feci indietro, stringendo le braccia attorno a lei, e persi l’equilibrio atterrando con il sedere sul pavimento con lei allacciata a me, la testa sepolta nel mio petto. Qualcuno nella stanza urlò e applaudì. Potevo sentire mia madre piangere. Infilai una mano tra noi, sollevandole gentilmente il mento. 
“Dolcetto…” La mia voce vacillò, non mi importava. “Posso metterti questo anello al dito?” Avery per metà rise per metà emise un singhiozzo mentre si spingeva indietro, strofinandosi le guance con i palmi. 
 “Sì. Scusa” Allungò il braccio sinistro e quasi mi colpì, facendo di tutto tranne che porgermi la mano, e io risi. Sì, la mia vista si stava appannando. E così le misi l’anello. Misura perfetta. Lei mi strinse le guance mentre si piegava verso di me, posando la fronte sulla mia. 
“Ti amo, Cam. Ti amo così tanto.” Chiusi gli occhi e l’abbracciai forte. Così forte che potevo sentire il suo cuore battere veloce quanto il mio. 
Aspettare Avery era stata la miglior cosa che abbia mai fatto e ora abbiamo il resto delle nostre vite assieme.



Che dire? Spero vi piaccia e che mi perdoniate se la mia traduzione non è perfetta! Mi raccomando, se condividete questo brano citatemi come fonte! 

18 commenti:

  1. OH MIO DIO sto tremando come una scema! La dolcezza di questo ragazzo è ineguagliabile! Sto leggendo Trust in Me proprio adesso, sarà per questo che sono così scossa! Oh Cam *w*
    Bellissimo pezzo! *sospira* Grazie Glinda :D

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  2. o mamma mia mi ha fatto venire la pelle d'oca è meraviglioso *_* grazie Glinda per averlo condiviso con noi è davvero bellissimo <3 <3 <3

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  3. E' meraviglioso!!!!!!!!!!!!!! Grazie mille per averlo condiviso con noi!!!!!!!!!!! Non vedo l'ora escano gli altri libri della serie (li attendo con ansia) :D

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  4. Crostatina? Dimmi che è la tua libera interpretazione di shortcake e non lo tradurranno veramente così...ti prego?? Lo trovo un soprannome così dolce che in italiano è intraducibile... il bello di leggere i libri in lingua originale :)

    grazie per la chicca!

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    1. Non so se lo tradurranno e non ho idea di come lo tradurrebbero! Io mi ci sono scervellata come una pazza per trenta minuti e ho optato per crostatina, dato che lo shortcake non è un dolce che in Italia è conosciuto XD
      Si accettano suggerimenti!

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  5. Come lo vedi: dolcetto? Mi sa che è meglio, non so. Metterò quello perché crostatina non piace nemmeno a me :P

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  6. GRAZIE! GRAZIE! HO LE LACRIME AGLI OCCHI! E...NON PIANGO MAI! SEI DAVVERO SUPER GLINDA! OGGI è IL MIO COMPLEANNO...UN REGALO FANTASTICO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  7. Oh Glinda ma che bel regalo!!!!!!!! Stupendooooo davvero....Cam è Cam! Sempre... :D
    Grazie davvero!! <3

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  8. Oh mamma, oh cielo! Cam è assolutamente fantastico!

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  9. Aaaaaaaaaa tremooooo......ke meravigliaaaaaa.....maaaaa love glindaaaaaa.......

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  10. Sai ci ho pensato tanto anch'io a come tradurrei shortcake, mi piace così tanto in inglese e rende così bene l'idea... sicuramente è un compito molto complicato, spero che il traduttore sappia il fatto suo ma sono contenta di averlo letto in inglese, anche perchè con tutti i fuck che dice Cam non so come renderà in Italia XD

    La shortcake comunque è la torta pan di spagna, fragole e panna, credo che lui volesse rendere l'idea di una torta morbida e soffice, richiamando il colore rosso delle fragole, se ho capito bene come descrive la scena. Intraducibile...

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  11. Bellissimo mi e venuta la pelle d'oca *-*
    la dolcezza e la spontaneità di questo ragazzo e talmente vera che sembra quasi di guardare una scena dal vivo <3
    Non velo l'ora di leggere questo libro!!
    grazie davvero per aver messo questo piccolo brano :)

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  12. Glinda ma io ti adorooooooo <3 grazie grazie grazie!! Se non ci fossi tu.....
    Questo estratto è bellissimo. Li amo troppo. La Armentrout è fantastica. Troppo felice ^_^ grazie ancora per la traduzione e perché ci pensi sempre!

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  13. Grazie mille per questa traduzione! Ho finito da poco Ti Aspettavo ed è stato bello leggere questa piccola perla <3

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  14. Bellissimo questo estratto *^* Grazie mille per questa traduzione, Glinda!!
    Ho letto che l'autrice ha postato anche un estratto su Ollie e Brit, c'è la possibilità che tu possa tradurre anche quello? :3

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  15. Avevo letto questo estratto tempo fa, ma, cavolo, adesso mi è venuta voglia di rileggerlo e ... Gesù ... Vorrei che Cam, in questo preciso istante, si materializzerebbe davanti a me e mi chieda di sposarlo come se fossi la sua Avery ...
    Lo so che le mie non sono altro che fantasie, ma, chi ha detto che non si può sognare a occhi aperti?!
    Milioni di grazie alla Armentrout, per quello che scrive e per esistere.

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  16. Ho fatto un gran casino con i verbi ... maledetto congiuntivo!
    Dovevo dire "materializzasse" e non "materializzerebbe"
    Maledetto congiuntivo!!

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