Eccomi con una nuova recensione, purtroppo non positiva! Si tratta del libro "Una ragione per amare" di Rebecca Donovan, primo romanzo di una trilogia che verrà pubblicata in pochissimo tempo dalla Newton (il secondo romanzo esce ad Aprile).
Sinceramente la trama in se per se prometteva più che bene e possedeva tutti gli elementi per dar vita a un libro convincente e bello, ma la scintilla non è scoccata.
Ovviamente non si tratta del peggior libro del secolo, ma il fatto di aver trascinato per più di dieci giorni questa lettura ha avuto come risultato una sfilza infinita di appunti su quello che non mi è piaciuto. Ecco perché ne è venuta fuori una recensione così drammaticamente dettagliata e acida! Se fosse stato un romanzo di sole duecento pagine forse l'avrei anche apprezzato, forse. Ma tant'è.
Titolo: Una ragione per amare (Breathing #1)
Data di pubblicazione: 6 Febbraio 2014
Casa editrice: Newton Compton
Emma Thomas è una studentessa modello e un’atleta prodigio. Ma è una ragazza taciturna e solitaria: non frequenta nessuno tranne la sua amica Sara, non va alle feste, non esce e non ha un fidanzato. E si copre bene per nascondere i lividi, per paura che qualcuno possa indovinare quello che succede tra le pareti domestiche. Mentre gli altri ragazzi della sua età si divertono spensieratamente, Emma conta in segreto i giorni che mancano al diploma, quando finalmente sarà libera di andare via di casa. Ma ecco che all’improvviso, senza averlo cercato o atteso, Emma incontra l’amore. Un amore intenso e travolgente che entra prepotentemente nella sua vita. E adesso nascondere il suo segreto non sarà più così facile.
La mia recensione
"Una ragione per amare" di Rebebecca Donovan è il primo romanzo della trilogia new adult e romantica "Il nostro segreto universo".
Il libro affronta temi importanti quali l'abuso familiare e il dramma di subire una condizione di violenza e conciliarla con la vita adolescenziale, ma anche tematiche più frivole tipiche del genere. Non avendo un consistente contenuto sessuale, la trilogia non è controindicata a un pubblico di ragazzi (adolescenti) e, anzi, potrebbe proprio rientrare nei gusti dei lettori più giovani. In effetti l'impatto emotivo finale non è devastante come ci si aspetterebbe leggendo la trama.
Proprio per la trama e i pareri entusiastici dei lettori stranieri, ammetto di avere nutrito aspettative troppo elevate per questo libro e, come spesso accade in questi casi, sono stata delusa dal risultato. Mi aspettavo un romanzo intenso, coinvolgente e ricco di situazioni che mi avrebbero toccato nel profondo. Invece ho trovato una semplice storia d'amore adolescenziale, condita con un dramma gestito in maniera abbastanza superficiale e sommaria.
Probabilmente un pubblico di giovane o di lettori che non cercano quella carica drammatica promessa dalla trama, potrebbe apprezzare questo romanzo più di me. Ecco perché, come al solito, non ne sconsiglio la lettura. Ciò che non mi piace, può fare impazzire qualcun altro, perciò prendete il mio come un semplice parere personale!
Era proprio quello che mi disturbava così tanto di Evan Mathews. Lui sapeva che esistevo. Era deciso a tirarmi fuori dall’ombra, e io non potevo scappare. Non era scoraggiato dalle mie risposte a monosillabi e dalle mie reazioni improvvise. Non aveva motivo per notarmi, e io stavo provando, senza successo, a ignorarlo. Ma lui mi stava coinvolgendo, e penso che lo sapesse – e la cosa sembrava divertirlo. Da "Una ragione per amare"
Ci troviamo in un tipico liceo americano e la protagonista è la sedicenne Emma, ragazza "prodigio" che eccelle negli sport e frequenta l'ultimo anno nonostante la giovane età.
Diciamolo subito: la protagonista è la tipica ragazza speciale che non sa di esserlo. Emma non ha idea del fatto che tutte le ragazze a scuola vorrebbero essere lei, né che tutti i ragazzi vorrebbero provarci con lei. E il motivo della sua inconsapevolezza è che l'unica cosa che lei ha sempre desiderato, è essere invisibile. Ovviamente la sua strategia non funziona, ma tutti nel suo liceo hanno imparato ad ammirarla da lontano.
Emma appare introversa, troppo perfetta, inavvicinabile. Nessuno ha idea dell'uragano che infuria dentro di lei. Nessuno sa quanto sia pesante il fardello che porta sulle proprie spalle. Nemmeno Sara, la sua migliore amica, sa cosa succede davvero quando Emma si chiude la porta di casa alle spalle.
Una famiglia può diventare una prigione. Emma ne è la prova vivente e sopravvive ogni giorno nella speranza di poter finalmente finire il liceo e allontanarsi dalla sua tremenda realtà.
Quando a scuola arriva un nuovo affascinantissimo ragazzo, tutto cambia. Evan è sicuro di sé, disinvolto, brillante e non sa che Emma è il classico tipo di ragazza che tutti guardano ma a cui nessuno si avvicina. Lui è determinato a stare accanto a le a ogni costo, a condividere i suoi segreti, a salvarla se necessario. E nulla sembra essere in grado di fermare la sua dolce determinazione.
"Una ragione per amare" racconta la travagliata storia di un'adolescente che ha sempre combattuto per essere invisibile, che non vuole sacrificare la felicità di coloro che ama per avere giustizia, ma che non riesce a sfuggire dall'amore e dalla verità che la circondano.
Eravamo impegnati in una danza molto intricata toccandoci senza toccarci, sapendo senza dirlo, e provando qualcosa senza poterlo esprimere. Eravamo amici che camminavano su un cornicione, un cornicione molto sottile, e io ero troppo presa dalla mia accresciuta consapevolezza della sua esistenza per capire quanto poco mancava perché quel cornicione si sgretolasse sotto i nostri piedi. Da "Una ragione per amare"
La trama prende immediatamente forma, chiarendo su quali dinamiche si muoverà il romanzo. Ci sono le scaramucce romantiche tra una ragazza confusa e spaventata e un ragazzo che non è disposto a rinunciare alla persona che gli fa battere il cuore. C'è la perfida figura malvagia che si approfitta delle debolezze della protagonista minando ogni sua sicurezza. C'è il tumulto interiore adolescenziale e anche la tipica vita di liceo tutta feste e partite.
Insomma, diciamolo: a prima vista pare che a questo libro non manchi nulla. Eppure, invece, io ho sentito la mancanza di qualcosa. Mi è mancata una maggiore immersione nella situazione familiare della protagonista, che è davvero singolare e triste e non è stata trattata con la giusta profondità. Avrei preferito che la narrazione fosse più introspettiva e meno superficiale, che la voce di Emma fosse più forte e meno "scontata". Nonostante la trama del libro promettesse lacrime e batticuore, il mio coinvolgimento emotivo leggendolo è stato davvero basso e il motivo è imputabile alla mancanza di caratterizzazione dei personaggi e della situazine in sé.
Sono convinta che la Donovan non volesse farlo, eppure mi è sembrato che minimizzasse una gravissima condizione comune a molti ragazzi, quasi come se non avesse idea dello sconvoglimento che vivere abusi familiari possa causare. In teoria Emma Emma vive una vita impossibile e deve sopportare una condizione davvero traumatica. In pratica ben poco riguardo al suo dolore e disagio traspare dalle parole della Donovan. Nemmeno nei momenti di maggiore tensione e pericolo il libro mi ha trasmesso le sensazioni sperate. Anzi, mi è sembrato che tutto fosse affrontato con una eccessiva leggerezza.
Continuai a pensare a quello che aveva detto quando mi stesi a letto quella sera. Era meglio godersi la gioia di un istante, sapendo che un attimo dopo sarebbe scivolato via? Vivere un’esperienza era più importante della sua inevitabile conclusione? Immagino che nel mio caso dovessi decidere se era meglio un cuore spezzato o un osso spezzato. Da "Una ragione per amare"